Berlusconi ha rivoluzionato la politica italiana utilizzando gli strumenti della propaganda commerciale. È stato uno straordinario comunicatore, in grado di incantare ogni tipo di uditorio. Anche i suoi avversari, alla fine, hanno deciso di imitarlo per poter competere con il suo partito.
Il nucleo essenziale del suo gruppo dirigente proveniva dai quadri della sua azienda. Di essi si fidava ciecamente. Questo ha prodotto uno scadimento culturale della vita politica e l’emergere di una classe dirigente di bassa qualità, interessata soprattutto a spoliticizzare il paese.
Nonostante le disavventure giudiziarie, la gente comune ha sempre manifestato simpatia nei suoi confronti. Berlusconi era l’uomo del sogno, dei successi a portata di mano. Spiegava al paese che chiunque avrebbe potuto avere lo stesso suo successo sol che si fosse mosso con destrezza, manifestando ottimismo nel futuro.
Nonostante queste iniezioni di fiducia, il paese si è impoverito sempre più. La gente al Cavaliere perdonava tutto, perché trovava, familiare. Si presentava si come il vicino della porta accanto.
Era insomma un formidabile comunicatore che riusciva a sedurre anche coloro che avevano toccato con mano che le sue promesse erano destinate a non essere mantenute. Ha lanciato nel paese una crociata anticomunista destinata a non finire mai, ma nel momento del bisogno era disposto anche a dialogare con i comunisti per potere fare riforme che giudicava utili per se stesso e per il paese.
Amava dialogare con i grandi della terra spesso eludendo le grandi questioni politiche, ma sapendo intrattenerli con le sue facezie, con la sua munificenza, con la sua ospitalità, riuscendo a stabilire con essi rapporti di amicizia destinati a durare nel tempo, anche quando il suo ruolo politico era stato ridimensionato all’interno delle istituzioni.
Con Berlusconi finisce non solo l’avventura di Forza Italia, ma viene meno un’offerta politica, quella di un centro destinato a moderare permanentemente il conflitto politico per evitare fratture insanabili nel paese. Non possono certo raccogliere l’eredità i sovranisti dell’estrema destra, considerato che Berlusconi era un europeista convinto. Avremo, quindi, una inevitabile radicalizzazione del conflitto politico, che non potrà che fare male al paese, il quale anche quando lo avversava riteneva, tuttavia, che alla distanza con Berlusconi si vince.
Giugno 2023 © ODIMED
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